Tagliatore di catene, laceratore di camicie di forza, demolitore di muri, ha instancabilmente lavorato per la libertà e l’uguaglianza.
Lo ha fatto dal luogo più difficile, dall’interno delle mura dell’ospedale psichiatrico. Ha iniziato a lavorare a Gorizia con Franco Basaglia per poi spostarsi prima a a Reggio Emilia e poi a Imola. Nella città romagnola Giorgio con la sua équipe di infermieri ha liberato tutte e tutti. Niente mezzi di contenzione fisica, niente psicofarmaci e neurolettici a vita; niente contenzione chimica, ma relazioni, affetti, creatività, arte, inclusione e socialità.
Ne parliamo con Chiara Gazzola, autrice di Fra diagnosi e peccato. La discriminazione secolare nella psichiatria e nella religione (Mimesis, 2015), Vito Totire (Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria F.Lorusso), Maria Rosaria d’Oronzo ed Eugen Galasso del Centro di Relazioni Umane (Bologna).
Ore 20 aperitivo, proiezione del film “Se mi ascolti e mi credi. Giorgio Antonucci un medico senza camice” a seguire dibattito
Circolo Anarchico Berneri, piazza di porta s. stefano 1 Bologna