Anarchia propositiva
La negazione di ogni forma di dominio resta un tratto essenziale nella definizione dell’idea anarchica, ma oggi, più che mai, c’è l’urgenza di pensare a un anarchismo post-negativo, pragmatico, teso a dar vita a comunità nuove, qui e ora, utilizzando il pur difficile e contraddittorio materiale presente nella nostra vita quotidiana.
Abstract dell’intervento:
Nelle rivista «Pagine Libertarie» (20 novembre 1922) Camillo Berneri scriveva: «Noi siamo sprovvisti di coscienza politica nel senso che non abbiamo consapevolezza dei problemi attuali e continuiamo a diluire soluzioni acquisite dalla nostra letteratura di propaganda […] L’anarchismo deve conservare quel complesso di principi generici che costituiscono la base del suo pensiero e l’alimento passionale della sua azione, ma deve sapere affrontare il complicato meccanismo della società odierna senza occhiali dottrinari e senza eccessivi attaccamenti all’integrità della sua fede».
La domanda che dovremmo porci può essere così riassunta: c’è la convinzione che, al posto di un anarchismo «apocalittico» mirato al «tutto o niente», abbia ragione di essere un anarchismo pragmatico, teso a dar vita a comunità nuove, qui e ora, utilizzando il pur difficile e contraddittorio materiale presente nella nostra vita quotidiana? Il pensiero anarchico e l’anarchismo come movimento (gli anarchismi) si sono caratterizzati prevalentemente in quanto hanno assunto come fondativa la dimensione della negazione. La loro forza rivoluzionaria si è espressa storicamente, e si manifesta anche oggi, soprattutto nella dimensione del rifiuto (di ogni forma di dominio). Ma la parte destruens dell’idea anarchica non è, a mio modo di vedere, più in grado (da sola) di cogliere le grandi opportunità e le sfide che la contemporaneità pone alle ideologie otto-novecentesche.
La negazione di ogni forma di dominio resta un tratto essenziale nella definizione dell’idea anarchica, ma oggi, più che mai, c’è l’urgenza di pensare a un anarchismo post-negativo e impiegare tutte le nostre risorse per sviluppare alcune linee risolutive libertarie che invertano la tendenza intrinsecamente autoritaria presente nella società e, allo stesso tempo, evitino le costruzioni ideologiche e astratte di un “totalmente altro”.
Francesco Codello (Valdobbiadene, 1953), filosofo e pedagogista, è stato insegnante e dirigente scolastico nonché fondatore della Rete dell’educazione libertaria e membro della European Democratic Education Community. È autore di numerosi saggi, prevalentemente su temi educativi, storici e sul pensiero anarchico, pubblicati sia in Italia sia all’estero. Fra gli scritti più importanti ricordiamo: Educazione e anarchismo (1995); La Buona educazione (2005); Vaso creta o fiore? (2005); Gli anarchismi (2009); Liberi di imparare (con Irene Stella) (2011); La campanella non suona più (2015) e la curatela dell’antologia di scritti inediti di Pëtr Kropotkin Agite voi stessi (2021). Per elèuthera è anche autore di La condizione umana nel pensiero libertario, ha curato L’educazione incidentale, un’antologia di scritti di Colin Ward e Il rifiuto di obbedire, un’antologia di scritti di Lev Tolstòj.