Dal 13 maggio 2000 al 16 febbraio 2018, ogni volta che Roberto Fiore e i fascisti di Forza Nuova hanno provato di mettere piede a Bologna migliaia di antifasciste e antifascisti sono scesi in piazza, non sottraendosi, quando è stato necessario, alla battaglia di strada.
Quelli di Forza Nuova sono fascisti della peggior specie, seminatori di odio razziale, di sessismo, omofobia e catto-integralismo. Promuovono orgoglio nazionalista e mantenimento della “purezza etnica”, fanno campagne per il blocco dell’immigrazione, la costruzione di muri e reticolati per impedire la libera circolazione delle persone. Si battono per distruggere i diritti di cittadinanza universali, il divorzio e l’aborto. Sono contrarissimi alle “teorie del gender” e allo ius soli che, secondo loro, avvierà la “sostituzione etnica”.
Predicano e praticano un’ideologia violenta che si fonda sulla repressione e sulla sottomissione delle donne, degli omosessuali, delle persone che seguono religioni diverse da quella cristiana, di quanti non hanno il “bianco” come colore della pelle.
Il loro “matrimonio indissolubile” si basa sul lavoro delle donne tra le mure domestiche e una specie di cottimo per chi sforna figli, chiamato “reddito di maternità”, erogato a “tutte le madri che dimostreranno di essere impegnate esclusivamente nell’ambito familiare”.
Come i fascio/leghisti e come Casa Pound fabbricano a ciclo continuo false paure, producendo bufale diversive, nemici fittizi e capri espiatori. Quando intercettano pulsioni e malcontenti sociali, li incanalano in una squallida guerra tra poveri, in un conflitto basato sull’egoismo sociale dove la miseria di persone in difficoltà verrebbe intaccata dalla povertà di altri esseri umani.
Il loro luogo ideale sarebbe l’Alabama della segregazione razziale e dell’aborto considerato come delitto da carcere a vita, ma si accontentano dello sdoganamento ricevuto dagli editti salviniani e dalle politiche antimigratorie del governo “lega/stellato”.
Nelle porcate che hanno messo in campo in questi mesi si sentono politicamente coperti dal “fascismo istituzionale” che li spalleggia. Se non fosse così non ci sarebbero state le false barricate contro l’arrivo dei profughi (spesso bambini) in qualche quartiere di periferia. Non ci sarebbe stata la vergognosa vicenda del pane calpestato a Torre Maura o l’assedio alla famiglia rom di Casal Bruciato per l’assegnazione di un alloggio popolare. Non si sentirebbero legittimati a negare il diritto all’esistenza per migranti e rom e a minacciare persone, come Mimmo Lucano o volontari di associazioni che lavorano sull’accoglienza e sulla solidarietà.
PER TUTTE QUESTE RAGIONI
LUNEDÌ 20 MAGGIO ALLE ORE 17
SAREMO IN PIAZZA MAGGIORE
PER NON LASCIARE NEANCHE UN CENTIMETRO DI SUOLO PUBBLICO ALLE “TESTE DI FASCIO” DI FORZA NUOVA
Non dobbiamo lasciare che i fascisti guadagnino terreno. Dobbiamo avere ben chiaro che se non si è attivamente e convintamente contro fascisti e nazisti, si è loro complici.
Tacere di fronte alle violenze fasciste, minimizzarle o derubricarle a elementi di nostalgico folklore, significa esserne conniventi.
Essere antifascisti vuol dire praticare la (più che legittima) difesa contro chi predica queste nuove forme intolleranti e discriminatorie di totalitarismo.
Molte delle strade di questa città sono dedicate ai caduti della Resistenza, più di duemila sono le formelle con i ritratti e i nomi dei caduti partigiani di Bologna raccolte al Sacrario di Piazza Nettuno; quei ragazzi e quelle ragazze che diedero la vita per liberare il nostro paese dalla dittatura mussoliniana non lo fecero per permettere oggi alle carogne fasciste di uscire dalle fogne.
Vorremmo per una volta che ci fosse risparmiata la retorica del “non sono d’accordo con le tue idee ma farò di tutto perché tu le possa esprimere”.
IL FASCISMO NON È UN’OPINIONE È UN CRIMINE
E, come diceva Buenaventura Durruti, «Al Fascismo no se le discute, se le destruye»
NO PASARAN!
Realtà antifasciste bolognesi