Corteo antifascista a Bologna 24 maggio 2014
Chiudiamo CasaPound! Nessuno spazio ai fascisti!
Corteo a Bologna – Sabato 24 Maggio
Da troppo ormai i fascisti di Casapound hanno aperto una loro sede in via Malvolta 16/d, nel quartiere Murri a Bologna. Due anni sono passati da quando, dietro la copertura di una fantomatica associazione culturale, “Sole e acciaio”, si sono fatti affittare un locale al piano terra da Biagetti, titolare dell’omonimo esercizio commerciale in via Emilia Levante 94.
Chi sono i fascisti di Casapound lo sanno tutti. Nel corso degli ultimi anni sono state decine le aggressioni fisiche contro oppositori politici, o chiunque sia da loro ritenuto “diverso”. Nel 2008 a Piazza Navona hanno bastonato gli studenti che protestavano contro la cosiddetta “riforma” Gelmini. Nel dicembre 2011 Gianluca Casseri, militante della sede di Casapound di Firenze, ha preso il fucile e ha sparato sui venditori ambulanti dei mercati rionali ammazzando due lavoratori senegalesi e ferendone tre.
Fin dall’apertura i residenti del quartiere Murri si sono mobilitati e hanno dato vita a iniziative di informazione rivolte alla cittadinanza e agli abitanti. Si è costituito un coordinamento antifascista di zona che ha organizzato nel novembre del 2012 un corteo nel quartiere partecipato da più di mille persone tutti uniti nell’esprimere la propria volontà: la sede di via Malvolta deve chiudere subito! Da allora a oggi si sono tenute numerose iniziative di controinformazione e sensibilizzazione con presidi, volantinaggi, passeggiate in quartiere, giornate di socialità e dibattito al parco della Lunetta Gamberini nella convinzione che quella sede è fonte di pericolo per l’incolumità di tutti e che da lì i fascisti se ne devono andare!
I rappresentanti istituzionali del Quartiere, con in prima linea la presidente Ilaria Giorgetti e il vice presidente Mario De Dominicis, entrambi di Forza Italia, hanno sempre favorito la propaganda di Casapound e di altri neofascisti o neonazisti dichiarati concedendo a ripetizione sale pubbliche e patrocini a gruppi di estrema destra e cercando persino di intitolare una sala di Quartiere a Rachele Mussolini, la moglie del Duce. Da parte sua la giunta comunale Pd non ha mai espresso nemmeno una parola sulla presenza della sede e l’ANPI si è adeguato al silenzio. In piena campagna elettorale, nel febbraio 2011, il sindaco Merola aveva detto riferendosi a una sede di Casapound in via Guerrazzi (chiusa ancora prima di aprire grazie a una vasta mobilitazione antifascista): “Non vedo con piacere che si apra una struttura di questo tipo […] non c’è la libertà di opinione sul fascismo”. Tutto ciò non ci stupisce ma vale la pena constatare quanto siano meschini i nostri governanti, ad ogni livello.
Di fronte a tutto ciò noi non possiamo tollerare oltre la presenza di una sede di Casapound o di altre simili formazioni fasciste a Bologna.
Perchè sono intolleranti e razzisti, odiano gli immigrati e fomentano l’odio tra la gente con la loro propaganda. E come sappiamo dall’odio alla violenza razziale il passo è breve. Non si può usare come capro espiatorio dell’attuale situazione conomica e sociale italiana chi ha la colpa di essere ancora più povero e scappa da una vita di di stenti e miseria. La colpa è di chi governa e di chi vota e sta a guardare.
Perchè sono omofobi e omofobe, sostengono la famiglia tradizionale e vorrebbero precludere diritti civili e libertà a chi ha altri gusti sessuali. Con questo discorso sulla famiglia tradizionale veicolano tra l’altro un’idea della donna, moglie e madre, tipica del periodo fascista, che dal dopoguerra ad oggi in milioni hanno rifiutato, nel nome dell’autodeterminazione della donna e della sua libertà di scelta se donare o meno il proprio corpo alla patria.
Perchè sono xenofobi e nazionalisti. Certo, come tanti altri perchè questa oggi tra l’altro è la moda. Ma osservando i conflitti che nel mondo si sono susseguiti negli ultimi decenni, moltissimi dei quali hanno visto grossi spargimenti di sangue, migrazioni forzate di massa, campi profughi e altre atrocità, sono stati mossi da idee nazionaliste. L’idea che entro certi confini risiedano solo persone appartenenti alla stessa nazione (per discendendenza di sangue) è antistorica. Da sempre l’umanità si è incrociata, migrando, dando vita alle più belle e ricche culture, ed esperienze di convivenza e tolleranza che sono alla base di una società inclusiva, libera e più giusta.
Il nostro antifascismo noi non lo deleghiamo. Noi siamo quelli che ogni giorno si autorganizzano e costruiscono un’alternativa reale alla sistematica devastazione sociale, ambientale e culturale in cui i governanti ci vogliono costringere.
Noi siamo quelli impegnati ogni giorno nella lotta per condizioni di lavoro dignitoso e per il diritto al reddito, per la scuola pubblica e gratuita e per un’altra università, per il diritto alla casa e per la libertà di movimento dei migranti, in difesa dell’ambiente e contro le megaopere come il TAV, contro il militarismo e per lo smantellamento delle basi militari, contro la discriminazione di genere e il razzismo, contro le galere e gli abusi degli uomini in divisa.
Noi siamo quelli che diamo vita a spazi liberati, concreti e reali, dove è possibile mangiare sano a prezzi popolari, acquistare cibi biologici, andare al cinema gratuitamente, assistere a presentazioni di libri, a seminari o a concerti, fare un laboratorio di danza o per i bambini, coltivare un orto o stampare in serigrafia, ecc dove è possibile insomma vivere senza sfruttamento né gerarchia.
Noi siamo tutto l’opposto dei fascisti perché portiamo un mondo nuovo dentro di noi e lo facciamo crescere attimo dopo attimo. I fascisti invece sono i servi di questo sistema che vogliamo trasformare, pronti ad offrire i propri servizi alle manovre più torbide e reazionarie dei poteri forti.
Noi facciamo nostro uno slogan che non perde mai d’attualità: fascisti carogne tornate nelle fogne!
Invitiamo quindi tutti i gruppi, le associazioni, le realtà, le singole e i singoli antifascisti a scendere di nuovo in piazza sabato 24 maggio per un corteo popolare e determinato che imponga la chiusura di Casapound
Bologna Antifascista