Solidarity Collectives, Fuck Putin, A United working class against war

Contro l’autoritarismo e l’imperialismo dell’invasione russa in Ucraina

E’ ormai un anno che stiamo assistendo all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Noi libertari* non abbiamo simpatia per nessuno stato e nessun confine. La nostra solidarietà non va ad alcun regime, partito, stato, ma solo alle popolazioni che subiscono la guerra. Ma ciò non ci impedisce di riconoscere, anche in questo caso, che vi è differenza sostanziale tra chi aggredisce e chi è aggredito: la popolazione bombardata, massacrata, devastata, è quella ucraina: noi siamo totalmente dalla loro parte.

L’equidistanza forzata “né con Zelensky né con Putin”, che per noi è scontata ideologicamente (potremmo mai essere pro un qualsiasi schieramento di potere?), è però purtroppo spesso diventata un giustificazionismo di fatto, un artificio retorico dietro cui si nasconde una mentalità nostalgica che vede il fu Impero Sovietico come baluardo contro il perfido Occidente capitalista. Ma chi si pone in questo modo proviene proprio da questo “Occidente”, e spesso da una posizione di comodo si permette di giudicare e disquisire sulla “reale” resistenza del popolo ucraino. Questo, lo diciamo, è un modo errato, e italocentrico, di porre la questione. Qualcun* lo chiama “west-plaining”, ovvero sentenziare a partire da un posizionamento di privilegio, quello di vivere in un Paese occidentale.

Altrettanto fuorviante è l’analisi che giustifica questa guerra imperialista con la presenza della NATO. Ora, noi siamo da sempre visceralmente ostili a qualsivoglia alleanza militare, come la NATO (e come lo siamo pure per il Patto di Varsavia!), ma chi giustifica l’intervento russo con la presenza della NATO nei Paesi dell’Est opera di fatto un negazionismo ideologico e culturale pericoloso, oltre che astorico. La NATO è un’organizzazione militarista (che andrebbe smantellata), che fino all’intervento di Putin era avvertita da gran parte dell’establishment come desueta, e c’era chi metteva in seria discussione il suo futuro: ciò che ha ridato importanza a questa stortura militarista è stato appunto l’intervento imperialista russo, che segue le stesse logiche di potere.

Putin ha invaso l’Ucraina esclusivamente per riproporre un modello imperialista, colonialista, autoritario; il fatto che non sia il solo, su scala mondiale, a farlo, non sposta la gravità dell’azione militare da lui voluta. Certamente anche altri soggetti (NATO, USA, UE; ecc) approfittano della situazione, ma questa non può essere una giustificazione verso l’invasione russa. Il problema è che in Italia (e non è così nel resto d’Europa!) permangono residui di stalinismo (che è autoritarismo criminale tale e quale il fascismo) in buona parte della sinistra italiana, che ripropone talvolta analisi stereotipate anni ’50 cieche rispetto al portato politico e culturale della critica libertaria e liberante post’68.

Un ulteriore problema è dato dal retroterra lasciato dalla pandemia, e dalla polarizzazione del dibattito sui vaccini che ha generato posizioni surreali e divisive, da cui hanno preso piede alcune visioni che guardano con simpatia allo Zar Putin, inteso come “campione” che si oppone al “pensiero unico” occidentale. La stesso critica  va mossa verso tutti i tentativi di strumentalizzazione, sia di chi usa la presenza di nazisti in Ucraina (come se da noi non esistessero), sia di chi si fissa sull’autoritarismo di Zelensky (vittorioso alle elezioni perchè considerato populista e uomo “di mediazione”), scordando che anche il più progressista degli Stati, purtroppo, in una situazione di guerra interviene con legislazioni speciali, che peraltro vanno denunciate, in ogni momento. Chi invece vede solo il Battaglione Azov e non i gruppi nazisti presenti dalla parte russa, e li sostituisce commosso immaginando fanfare trionfanti e bandiere sovietiche sui carrarmati di Putin, è abbagliato dalla nostalgia.

Condividiamo quindi la stessa opinione del popolo curdo, degli Zapatisti, de* tant* intellettuali (Noam Chomsky, Tahar Ben Jalloun, Arundhaty Roy, ecc,): in primo luogo va denunciata l’aggressione russa, perché non ci si può schierare dalla parte di chi è aggredito solo se l’aggredito ci è simpatico. Erano forse repubbliche socialiste la Cecoslovacchia del 1938 o la Polonia del ’39? Come sosteneva Malatesta, la peggiore democrazia è sempre preferibile alla migliore dittatura, e nessuno meglio delle compagne e dei compagni ucrain*, russ* e bieloruss* – con cui manteniamo fitti rapporti – può insegnarcelo meglio.

Da libertari* noi dobbiamo sempre prendere posizione a difesa di chi è oppresso, e cercare di allargare in ogni modo ogni spazio, anche residuale, di libertà: questo è il nostro compito e questo continueremo a fare!

– Contro l’invasione imperialista russa in Ucraina, al fianco delle popolazioni massacrate dalla guerra!

– Al fianco delle compagne femministe, antifasciste e antiautoritarie di Ucraina, Russia e Bielorussia!

Firme in aggiornamento

USI Parma
Gruppo Anarchico Cieri -Parma
Collettivo Libertario Parma
USI Modena
Circolo Anarchico Berneri – Bologna