Contro ogni sessismo – Solidarietà alle compagne torinesi!

Nella notte fra il 12 e il 13 maggio, le case di quattro compagne torinesi sono state perquisite e numerosi oggetti personali sottoposti a sequestro.

La causa sono alcune scritte apparse fuori dal tribunale di Torino: “La giudice Minucci protegge chi stupra” e “Raccuia stupratore”.
Infatti, a monte c’è la decisione da parte della magistrata Minuccia di scagionare uno stupratore utilizzando motivazioni pressochè assurde: la vittima dello stupro, Laura (nome inventato), non avrebbe urlato abbastanza e non si sarebbe fatta picchiare abbastanza, pertanto in realtà era consenziente.
Questo ha scatenato la giusta reazione da parte di realtà femministe che hanno semplicemente ribadito la verità: in un caso di stupro, non è la stuprata a dover essere accusata, ma il carnefice.
Ma per lo Stato e i suoi galoppini, ogni cosa è buona solo per presentarsi con la faccia pulita: i percorsi femministi vengono riproposti dai giornali in maniera edulcorata, così che il governo possa nascondere sotto il tappeto la cultura patriarcale e sessista, la costante violenza istituzionale e la visione della donna ereditata direttamente dal fascismo.
Infatti mentre si parla di “governi delle pari opportunità”, vengono tagliate le risorse alle strutture anti-violenza, vengono ristretti il diritto all’aborto e l’accesso ai contraccettivi, viene precarizzato il lavoro (cosa che colpisce ancor più duramente le lavoratrici) e vengono fatte scomparire le soggettività trans, queer e migranti.
L’autore materiale della stretta repressiva che ha colpito le compagne è il PM Rinaudo, già famoso per le deliranti campagne giudiziare contro il movimento NoTav, come per ribadire che quando la casta della magistratura viene svergognata, sono i peggiori di loro a scendere in campo.

La lotta femminista ci unisce tutte, attraversando e intersecando le lotte antirazziste, ecologiche, antifasciste e così via, perché solo con l’emancipazione di tutte potrà esserci l’emancipazione di tutta l’umanità.