2 agosto: noi sappiamo, noi non dimentichiamo

Il 2 agosto 1980 una bomba esplode nella sala d’aspetto della affollata stazione di Bologna. Muoiono 85 persone, i feriti sono più di 200.
Chi sono gli esecutori materiali di questa strage è noto: Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, membri dell’organizzazione neofascista dei Nuclei Armati Rivoluzionari.
Sappiamo anche chi sono i mandanti, anzi, il mandante: lo Stato italiano.
Non alcune mele marce, non funzionari particolarmente crudeli, non “i servizi deviati”, ma meccanismi interni al sistema decisionale politico che vogliono condizionare così l’intera vita sociale.
Mandante è quindi lo Stato, nella sua essenza di apparato poliziesco e repressivo, come agente della strategia della tensione.
Una strategia durata più di vent’anni che ha avuto l’obiettivo di promuovere un clima di paura e smarrimento per scoraggiare le lotte sociali e per modellare i governi in senso sempre più autoritario e lontano dalle istanze popolari.
Una lunga, incalzante serie di stragi indiscriminate: Piazza Fontana, il treno Freccia del Sud, la Questura di Milano, Piazza della Loggia, il treno Italicus, la Stazione di Bologna, il treno rapido 904, fino alle stragi del 1992-1993 come quelle di via dei Georgofili a Firenze e di via Palestro a Milano.

Il 2 agosto 2014, come tutti gli anni, saremo al corteo e al piazzale della stazione al fianco dei parenti delle vittime e della loro Associazione. Non condividiamo però né l’euforia per la supposta apertura degli archivi sulle stragi da parte del governo Renzi, né la fiducia nell’ipotetico varo legislativo di un nuovo reato di depistaggio espresse dalle dichiarazioni del presidente dell’Associazione Paolo Bolognesi.
Ci sembrano trovate propagandistiche di Renzi per coprire le dure politiche antisociali che il suo governo mette in campo, in perfetta sintonia con gli organi di governo internazionali.

7,5 milioni di disoccupati; metà dei ventenni senza lavoro; un’ennesima riforma del lavoro – il Job Act – che estende la precarietà sino a formalizzare il lavoro gratuito; 5 milioni di persone nella povertà assoluta; un aumento in un solo anno dei poveri del 30 per cento. Centinaia di migliaia di richieste di sfratto all’anno, a cui il governo risponde col decreto Lupi che criminalizza gli occupanti fino a vietare loro residenza e allacciamento alle utenze. Ai “normali” morti sul lavoro si aggiungono da diversi anni i morti per la disperazione sociale, suicidi diffusi; anche la piaga del femminicidio, in queste condizioni, si esaspera. Milioni di persone che “rinunciano” a curarsi perché non ne hanno la minima possibilità. I tagli dei servizi sociali e delle pensioni esasperano le condizioni di miseria che producono il “rientro fra le mura domestiche” di milioni di donne.
Questo è il panorama sociale in Italia.

Il 2 agosto 2014 scendiamo in piazza
per ricordare le vittime della strage di Stato con profonda distanza e disprezzo verso quel palco su cui ogni anno si avvicendano politici e funzionari di un sistema di governo criminale.
Per la verità storica contro il tentativo di demolizione della memoria collettiva fatto di revisionismi depistaggi e stravolgimenti dei fatti storici.

IL TERRORE È DI STATO

Sabato 2 agosto 2014 ore 8:30 piazza Nettuno