Grecia: un anno dopo l’assassinio di Alexis Grigoropoulos
Poco più di un anno fa, nella notte del 6 dicembre 2008, ad Atene, nel quartiere Exarchia, poco distante dalla zona universitaria, Alexis Grigoropoulos, di soli 15 anni, è stato assassinato dalla polizia greca con dei colpi di pistola al petto.
Exarchia è un quartiere molto frequentato da giovani, in prevalenza anarchici. Qui, in risposta ai fischi di alcuni giovani, la polizia ha fatto fuoco uccidendo sul colpo Alexis. Questa la miccia che ha fatto esplodere la rabbia del popolo greco.
Così come le proteste del 1990-91 erano scaturite dall’omicidio da parte dei fascisti di un insegnante che aveva deciso di condividere le lotte dei suoi studenti, così queste sono scoppiate a seguito della violenza dello Stato. Uno Stato che mantiene il privilegio, opprime e uccide. Nei mesi successivi gli studenti hanno occupato diverse facoltà universitarie in tutta la Grecia, manifestando a fianco dei lavoratori e dei disoccupati. Una rivolta che ha riunito tutti coloro che erano stanchi delle politiche liberiste del governo: gli studenti, che non vedono futuro in un sistema educativo che o li porterà a non avere un’occupazione, o ad essere sfruttati per pochi euro al mese; i lavoratori, a cui sono stati tolti tutti i diritti e che continuano a morire sul lavoro; i disoccupati. Anche i soldati, in una lettera, hanno espresso solidarietà con il popolo in rivolta e il loro rifiuto di scendere in piazza contro i manifestanti. Si definiscono civili in divisa, poiché in Grecia c’è ancora la leva obbligatoria.
Un anno dopo quei fatti, il ricordo di Alexis è ancora vivo, mentre non si è mai sopita la rivolta. In un paese con un debito pubblico in continua ascesa, dove la crisi, più che negli altri paesi, viene pagata dai lavoratori e dai disoccupati, la popolazione – e con loro gli anarchici – non si rivolta contro un governo, ma contro il sistema capitalistico. Infatti, nonostante il presunto cambio di direzione con l’elezione del Pasok, il partito socialista ellenico, la “democrazia” continua a mostrare il suo lato più feroce. In questi giorni, nonostante la violenza poliziesca, più di 300 tra scuole ed atenei in tutta la Grecia sono stati occupati e centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza. Lavoratori, di diverse categorie, sono entrati in sciopero ad oltranza. Nonostante gli arresti, la rivolta autorganizzata si è espressa anche in assemblee popolari nei comuni in molte parti della Grecia e non accenna a fermarsi.
Il Circolo Anarchico C. Berneri esprime solidarietà e vicinanza con la popolazione greca e gli anarchici in lotta.
Contro lo Stato, per l’autorganizzazione e l’emancipazione sociale