Str-agi, naufr-agi di stato: Piazza Fontana, Bologna 1980, Mar Mediterraneo

Ieri le bombe, oggi i porti chiusi: vecchie strategie per una nuova tensione.

Il 12 dicembre 1969 Piazza Fontana (17 morti) aprì la stagione della “strategia della tensione” che proseguì fino alla strage di Natale del Rapido 904 (1984 – 17 morti), passando per piazza della Loggia a Brescia (1974 – 8 morti), l’Italicus (1974 – 12 morti) e la Stazione di Bologna il 2 agosto 1980 con gli 85 morti che ricordiamo oggi.
I depistatori di questa strategia erano i servizi segreti, le forze politiche di governo, la P2 e alti ufficiali dell’esercito; gli esecutori erano manovalanza reclutata tra le formazioni neofasciste di Ordine Nero, Ordine Nuovo e dei NAR. Mandante era lo Stato.
Uno scopo della strategia era diffondere tra la popolazione uno stato di tensione e di paura per creare le condizioni psicologiche, sociali e politiche perché fosse auspicabile e giustificabile una politica repressiva che facesse quadrato attorno alle istituzioni “democratiche” messe in discussione dalle bombe. Strumento criminale dell’ideologia stragista sono stati i depistaggi che, attraverso un costante sforzo di occultamento della verità, hanno indirizzato, e continuano a indirizzare, le indagini verso inverosimili colpevoli.
La strategia della tensione è pratica di governo e di controllo sociale ricorrente nei periodi di crisi: le bombe di oggi sono i naufragi nel Mar Mediterraneo, “l’emergenza” da contrastare è “l’invasione” di migranti “nullafacenti e delinquenti”, il rischio che corriamo è la “sostituzione etnica”, i soggetti da criminalizzare sono tutti coloro che attuano accoglienza e protezione… La paura è servita, la strategia per alimentarla anche: fake news, blitz, allarmi creati ad hoc, provvedimenti attuati con il falso scopo di risolvere i problemi del nostro paese sottraendo diritti a rifugiati e richiedenti asilo, nel perverso meccanismo di renderli più fragili, più esposti, più soli, più “pericolosi”…e ricominciare, fomentando paura e odio razzista che legittimino politiche repressive e alimentino campagne elettorali.
Ciò che dovremmo realmente temere è l’autoritarismo liberticida che oggi muove le leve del governo: lo slogan “prima gli italiani” e il consenso ottenuto sulla guerra alle persone migranti celano la volontà di azzerare, attraverso la repressione, il conflitto e l’opposizione sociale e le forme in cui si esprimono. Una vera e propria strategia di disorientamento con cui vengono tolte risorse (scuola, sanità, politiche occupazionali, ecc..), non per “colpa” di chi migra, ma di un governo incapace di una visione sociale.

Nera era ieri la strategia della tensione, nera è oggi.

Matteo Salvini, “utile idiota” per attuare questa nuova strategia, è uomo di estrema destra, nutrito di retorica e di odio razzista e di frequentazioni nell’entourage postnazista, da Franco Freda noto esponente del gruppo eversivo Ordine Nuovo, al suo discepolo Maurizio Murelli, 18 anni di galera alle spalle, fondatore di Orion mensile della destra radicale, a Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia Nazionale, a Roberto Fiore, tra i fondatori di Terza Posizione, persona informata sui fatti della strage di Bologna, che in tribunale, sentito come testimone, non sa dire altro che “non so” e “non ricordo”, ma appare loquace e indisturbato a ogni campagna elettorale di Forza Nuova nelle piazze della città.

NESSUNA MEMORIA CONDIVISA OGGI COME ALLORA!
NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!

Nodo sociale antifascista – Bologna