La libertà è troppo bella per chiuderla in un’urna elettorale
La libertà è tropo bella per chiuderla in un’urna elettorale
Il 24 febbraio si consumerà l’ennesima farsa elettorale; i cavalli sono già ai blocchi di
partenza, si sa che la gara è truccata, che ci sono cavalli dopati, ma l’importante è che
la massa stia al gioco; che inizino le scommesse, che la vita fittizia si sostituisca a quella
reale, facendo credere a tutti che siamo giunti al momento delle grandi decisioni, delle
scelte epocali, del cambiamento dietro l’angolo. Per la componente più irrequieta del
pubblico c’è la possibilità di puntare su un cavallo bizzarro: Beppe Grillo, ma ci sono
cavalli per tutti i gusti: per i nostalgici della sinistra che fu e per quelli della sinistra
moderata, per i giustizialisti e per i legalitaristi, per i regionalisti e per gli europeisti, per
i figli di Maria e per i laici, per la destra scellerata e per quella buonista. Quello che
veramente conta è che nessuno esca fuori pista, che tutti si attengano alle regole, e che
vinca il migliore. Al grande mercato elettorale si vende merce per tutti i gusti… ma il
venditore è uno solo e cosa vendere lo decide lui.
Come in tutti i regimi però, la paura che i giochi possano essere scoperti è forte; il
timore sottaciuto è che il pubblico possa abbandonare l’ippodromo, possa rifiutarsi
di entrare nell’ipermercato e mettere su dei mercatini rionali magari autogestiti ed
equo-solidali, dove ognuno è protagonista della propria vita e delle proprie scelte. In
altre parole se la fanno addosso solo a pensare a un bis del grande rifiuto di cui ha dato
prova l’elettorato siciliano: 53% di non voti, più un altro 7% tra bianche e nulle. Per
questo la campagna elettorale è accanita; Monti scende in campo e getta la sua
neutralità di “tecnico” calandosi così bene nel ruolo che promette anche di modificare
l’IMU che il suo governo aveva varato in questa forma così vessatoria. La Chiesa è in
campagna elettorale da tempo a fianco di chi le ha garantito privilegi ed esenzioni
dall’IMU. E tutti a cercare di fregare Grillo, che non è un pericolo per il sistema, ma uno
che può esercitare una forte concorrenza soffiando poltrone e potere ai soliti noti;
questo nonostante sappiano che un Grillo è essenziale per conquistare indecisi, delusi,
incazzati e ribelli al gioco parlamentare, soprattutto dopo il flop di Di Pietro e dopo la
traslazione di Vendola verso posizioni catto-socialiste. IL PD si è anche inventato le
“parlamentarie” per simulare un coinvolgimento della base dimostratosi subito
strumentale, e comunque allineato ai dettami di un rigido controllo dall’alto. Il patetico
ritorno di Berlusconi sembra più che altro l’estremo tentativo di cacciarsi fuori dai guai
giudiziari e di salvare il salvabile di un partito allo sbando.
L’astensione può rappresentare la vera novità rivoluzionaria di queste elezioni; può
rappresentare la delegittimazione dell’operato dei salvatori della patria, che hanno
salvato il bottino dei ladroni privati e di Stato, affossando nella precarietà milioni e
milioni di italiane/i. L’astensione è solo un momento, un’occasione, che però sottrae
consenso e rompe i piani a chi comanda, rimette in pista i veri protagonisti, imprime
fiducia in se stessi, aiuta a rendersi autonomi dai partiti, spezza la farsa. Per questo è un
momento importante, dal quale possono svilupparsi vere indignazioni, vere proteste,
vere ribellioni, sia morali che concrete, e rende possibile sopra il cumulo di macerie
che ci stanno lasciando in eredità, edificare un nuovo mondo dove non ci siano più poteri
e potenti, padroni e servi, ma persone libere ed uguali, gelose della propria raggiunta
autonomia.
I sovversivi e le sovversive non votano!
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