PERCHÈ SIAMO CONTRO LE PATTUGLIE CITTADINE e qualsiasi altro tipo di sorveglianza organizzata per le strade della nostra città
Abbiamo appreso in questi giorni dai giornali locali che il comune di Bologna siglerà con alcune associazioni una convenzione della durata iniziale di un anno, che prevede il pattugliamento delle nostre strade da parte di gruppi organizzati di cittadini. Tale accordo coinvolge anche l’associazione Pattuglie cittadine, che ha sede in via Lincoln. Non ci stupiamo tra le altre cose che promotore di questa iniziativa sia anche il quartiere Santo Stefano nella persona della sua Presidente Ilaria Giorgetti, dalle note simpatie neofasciste.
Amministratori, sindacati di polizia e cittadini (alcuni) plaudono all’iniziativa, che vuole risultare un aiuto alla diffusione della coscienza civica e un deterrente per attività illegali e criminose.
La diffusione di gruppi di pattugliamento nei quartieri è avvenuta ormai da decenni nelle città inglesi e americane e non è nuova nemmeno per Bologna. Anzi ricordiamo bene proprio le Pattuglie Cittadine che il 2 giugno 2004 affiancarono i poliziotti di stato in piazza del Nettuno nel picchiare i manifestanti. Dieci anni dopo Guazzaloca, oggi Merola prova a riproporre una ricetta securitaria che storicamente ha prodotto solo fallimenti.
Ora qui tutti si affrettano a sottolineare che queste persone saranno controllate e selezionate, che non saranno armate e che avranno il compito di educare alla buona condotta. Delle selezioni non ci fidiamo, così come del fatto che non venga in mente a qualche esaltato di portarsi un’arma o menar le mani e di fare “l’eroe”.
Questa iniziativa tra l’altro non fa che legittimare la presenza di personaggi vicini alla formazione di estrema destra Casa Pound che nel nostro quartiere ha una sede e la cui presenza e iniziative sono ampiamente tollerate e difese dalla giunta di centro destra del Santo Stefano.
Evocare la necessità di maggiore personale nelle forze dell’ordine e di un maggior controllo del territorio serve solo a diffondere ansia, paura, una maggiore insicurezza. E cosa succede quando la gente ha paura? Non esce di casa, non si preoccupa di cosa sta succedendo due metri più in là del suo naso, e invoca più polizia.
Il metodo del controllo sociale, la serrata organizzazione e compartimentazione dei nostri tempi e luoghi di vita, sono un mix micidiale per una socialità reale, diffusa, antirazzista e solidale.
Ancor di più questa convenzione prevede che il comune, che già concede la sede di via Lincoln, elargisca 8 mila euro per l’iniziativa. In tempi di crisi e di enormi tagli a tutti i servizi sociali gestiti dal Comune è uno spreco destinare anche un solo centesimo a tale iniziativa.
Non vogliamo né pattuglie, né forze di polizia, ma libertà e giustizia sociale per tutti e tutte.
I compagni e le compagne del Circolo Anarchico “C. Berneri”