sabato 5 aprile quartiere S.Stefano antifascista

Sabato 5 aprile 2014

ore 16:00 presidio in piazza S. Stefano – Bologna

a seguire aperitivo, cena popolare e musica a porta S.Stefano

Noi resistiamo

L’iniziativa di sabato 5 aprile in piazza S. Stefano è una delle tante organizzate da Bologna Antifascista in questa primavera per ribadire che: «Non c’è spazio per i fascisti nella nostra città”

Siamo spazi sociali, realtà e singoli individui che si riconoscono nelle pratiche solidali dell’autogestione, che ogni giorno si autorganizzano e costruiscono un’alternativa reale alla sistematica devastazione sociale, ambientale e culturale. Nei nostri spazi liberati, concreti e reali, si vive una socialità genuina e non mercificata: mense a prezzi popolari, mercati biologici, cinema gratuito, presentazioni di libri, seminari, concerti, laboratori di danza o per i bambini, orti urbani, serigrafia.

Noi lottiamo ogni giorno per condizioni di lavoro dignitose e per il diritto al reddito, per un’istruzione pubblica e gratuita, per il diritto alla casa e per la libertà di movimento dei migranti, in difesa dell’ambiente e contro le megaopere inutili e devastanti come il TAV, contro la guerra e per lo smantellamento delle basi militari, contro la discriminazione di genere e il razzismo, contro le galere e gli abusi degli uomini in divisa.

Noi siamo portatori e portatrici di una cultura di resistenza, di una cultura antifascista.

Piazza S. Stefano è il cuore di un quartiere i cui rappresentanti istituzionali, la presidente Ilaria Giorgetti e il vice Mario De Dominicis, entrambi di Forza Italia, da tempo permettono la presenza di una sede dei fascisti, quella di Casa Pound in via Malvolta 16/d. Non solo: mettono a disposizione sale pubbliche e concedono patrocini a gruppi di estrema destra per i loro convegni revisionisti e xenofobi. Alcuni mesi fa hanno tentato persino di intitolare una sala di Quartiere a Rachele Mussolini, la moglie del Duce: la mobilitazione antifascista lo ha impedito.

Chi sono i fascisti di Casa Pound? Nel corso degli ultimi anni sono state decine le aggressioni fisiche contro oppositori politici o chiunque sia da loro ritenuto “diverso”. Nel 2008 a Piazza Navona hanno bastonato gli studenti che protestavano contro la cosiddetta “riforma” Gelmini. Nel dicembre 2011 Ganluca Casseri, militante di Casa Pound di Firenze, ha sparato sui venditori ambulanti dei mercati rionali ammazzando due lavoratori senegalesi e ferendone tre.

Fin dall’apertura della sede di via Malvolta i residenti del quartiere Murri hanno costituito un coordinamento antifascista di zona che ha dato vita a iniziative di controinformazione e sensibilizzazione. Presidi, volantinaggi, passeggiate in quartiere, giornate di socialità e dibattito al parco della Lunetta Gamberini; nel novembre del 2012 un corteo nel quartiere partecipato da più di mille persone, tutte unite nell’esprimere un concetto che oggi ribadiamo con forza: la sede di via Malvolta deve chiudere subito e i fascisti se ne devono andare, la propaganda fascista, dentro e fuori le sale di quartiere, deve finire.

Sappiamo che non è solo questione delle violenze squadriste del neofascismo. I fascisti sono i servi di un disciplinamento autoritario complessivo: l’arroganza padronale, il patriottismo, il perbenismo aggressivo, la propaganda martellante di «paure» razziste e omofobe, il familismo opprimente, il sessismo, la persecuzione contro prostituzione e aborto, la manipolazione revisionista della memoria pubblica.

Negli ultimi vent’anni apparati statali e organizzazioni neofasciste hanno collaborato per costruire una cultura di massa dell’odio e della discriminazione verso i presunti «diversi». Vi sono corpi armati dello Stato che sono in gran parte fascistizzati o destreggianti.

L’antifascismo non costituisce affatto un residuo logoro del passato, ma è un campo vivo e irrinunciabile di pratiche e resistenze:

contro la presenza fisica di neofascisti in città

contro i processi di disciplinamento sociale, nella scuola, sul lavoro, nel privato, nella famiglia, nella società.

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