sab 22 set h.9.00: Trekking Antifascista ai Caduti di Sabbiuno

Per sabato 22 settembre il Coordinamento Antifascista Murri ha organizzato un Trekking Antifascista dall’ex-carcere di San Giovanni in Monte fino al monumento ai caduti di Sabbiuno.

Ritrovo alle ore 9.00 in Piazza San Giovanni in Monte, di fronte al Dipartimento di storia, dove ci sarà un intervento del prof. Alberto Preti. Dopo l’intervento si inizierà il trekking con prima tappa all’Eremo di Ronzano, dove vi sarà un pranzo offerto dal Coordinamento Antifascista Murri, e poi si ripartirà verso il Sacrario di Sabbiuno.

Chi fosse interessato può mandare una mail di iscrizione a murri at inventati punto org in modo da organizzare al meglio il pranzo.

Era il 5 dicembre 1944 quando i nazifascisti effettuarono un massiccio rastrellamento nelle retrovie del fronte, tra Anzola Emilia, Calderara e Amola di Piano. Con la collaborazione di alcune spie, catturano decine di partigiani e molti abitanti della zona. Tra le 200 e le 300 persone furono portate nelle sedi delle SS naziste a Bologna e, dopo gli interrogatori e le torture, furono trasferite nel carcere di San Giovanni in Monte, dove si trovavano già centinaia di detenuti. E altri se ne aggiunsero nei giorni successivi.

Coloro che furono ritenuti partigiani per la delazione delle spie, vennero portati a Sabbiuno di Paderno sulle colline a sud di Bologna, e fucilati in massa. Per nasconderli, i corpi furono gettati nei calanchi verso il Reno. La strage fu compiuta in due tempi: il 14 e il 23 dicembre 1944. Sul sempre reticente «Resto del Carlino» un trafiletto annunciava genericamente solo la fucilazione del 14 e non quella del 23.

Numerosi rastrellati scampati alla fucilazione furono deportati a Mauthausen.

Non si conosce il numero esatto dei partigiani fucilati a Sabbiuno, fra cui tanti giovani fra i 16 e i 21 anni, perché i resti di molti di loro potrebbero essere rimasti sepolti nei calanchi. Erano operai, manovali, ferrovieri, braccianti. Erano comunisti e partigiani. Le salme furono recuperate, e solo in parte identificate, nei giorni successivi alla Liberazione. Qui le biografie dei caduti che sono stati identificati.