Libertà noi vogliamo

Sabato 26 settembre 2015 (ore 15:30, p.zza XX settembre) partecipiamo al corteo “Libertà di dimora” e rilanciamo al suo interno una nostra presenza dietro allo striscione “Contro la repressione. Contro lo stato”. Solidali con chi è privato della libertà, rileviamo l’enormità delle misure repressive che ministri e procuratori ordinano di comminare a volontà su e giù per il paese contro chiunque alzi la testa per protestare contro un sistema opprimente e iniquo.
A Bologna questura e procura agiscono di concerto per provare a limitare sistematicamente ogni tentativo di esprimere conflitto sociale e critica alla società della diseguaglianza in maniera visibile.
Rivendichiamo la libertà in tutte le sue forme ed espressioni:
– di dimora
– di circolazione
– di pensiero
– di azione
– libertà dal bisogno
– libertà dall’oppressione
– libertà dai condizionamenti
– libertà sessuale

La rivendichiamo, la libertà, per noi che vogliamo un mondo “di libere e di uguali” e per tutte e tutti. Perché vogliamo la libertà, l’eguaglianza e la giustizia sociale.
Siamo vicini, solidali e partecipi, a tutte le lotte contro lo sfruttamento. Lottare per la casa, per la dignità, per il reddito, per la libertà di movimento, contro la guerra, contro le politiche che governi di ogni colore intentano per garantire i privilegi di pochi a scapito della miseria di molti.
E denunciamo tutte le azioni di violenza, repressione e intimidazione che i poteri mettono in atto per garantire lo stato di cose che stiamo contestando.
Le azioni poliziesche, giudiziarie ed amministrative contro gli attivisti (percosse, torture, incarcerazioni, fogli di via, limitazioni delle libertà personali e civili, milioni di euro di multe ai singoli, alle associazioni, ai sindacati per violazioni delle “loro” leggi); le azioni, manu militari, contro chi fugge dalla guerra (siano esse/i profughe o disertori), dalla miseria (il nuovo esercito proletario che lotta per migliori condizioni di vita), dall’oppressione (quante sono le migranti che fuggono dalla persecuzione patriarcale, maschilista, omofoba…?).
Solo per rimanere in Italia migliaia sono i processi e i provvedimenti contro le popolazioni che resistono alla TAV, al MUOS, alle trivellazioni, alle grandi opere; agli operai che si ribellano allo sfruttamento; ai sindacalisti che sfuggono all’irregimentazione delle libertà sindacali; ai proletari che occupano le case.
Oggi siamo quindi, naturalmente, al fianco delle/i attiviste/i costretti a subire la vendetta dello stato. Al nuovo questore, al quale è stato evidentemente assegnato il compito di alzare il livello della repressione e di colpire i movimenti sociali, diciamo che non ci lasceremo intimidire.

D’altra parte non pensiamo che la repressione di cui siamo costantemente oggetto sia dovuta a questurini particolarmente “cattivi”, a padroni più sfruttatori di altri, a leggi molto severe, a tribunali poco “legalitari”, a poliziotti particolarmente sadici, a sistemi carcerari poco democratici, a frontiere più chiuse di altre. I colpevoli sono le questure, i padroni, le leggi, i tribunali, i poliziotti, le carceri, le frontiere in quanto tali e per questo non ne vogliamo di nessun tipo. I colpevoli sono tutti quei dispositivi governamentali atti a normare, disciplinare, colpire, tutte e tutti coloro che non si “adattano” allo stato di cose presente. I colpevoli sono stati e capitale che in questi giorni mostrano il loro lato più feroce e assassino, quando impediscono a milioni di persone di muoversi e di attraversare le frontiere.
Ci associamo a tutte e tutti coloro che vogliono riaffermare la loro dignità e la volontà di trasformazione radicale di questa società ingiusta e, contemporaneamente, manteniamo, da anarchiche e da anarchici, ogni distanza nei confronti di quanti utilizzano il movimento come trampolini per mire politiche e dirigistiche.

Io mi organizzo. Non voto.

Circolo Anarchico C. Berneri, Bologna

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