“La salute è in voi”. Autorganizzarsi all’epoca del coronavirus

Care compagne e compagni, solidali,
dopo lunghe discussioni – che sicuramente vogliamo proseguire – abbiamo deciso di sospendere le iniziative pubbliche del circolo. Ma le attività del circolo continueranno e si arricchiranno di nuove iniziative di controinformazione e di contropropaganda.

Non è stata una decisione presa a cuor leggero: sono 48 anni che il circolo anarchico “C. Berneri” non interrompe le sue attività.
Crediamo, però, che in questo momento ci siano delle ragioni sanitarie – non contribuire alla diffusione del contagio del virus Covid19 – che
rendono questa sospensione necessaria, almeno nella forma a cui tutte e tutti siamo abituati.
Pensiamo che la salute sia un diritto e che, da persone che credono nell’autogestione e autorganizzazione, occorra una presa di coscienza e responsabilità per tutelare chi può venire attaccato più duramente dalla malattia.
Crediamo anche che il diritto alla salute vada disgiunto dalla militarizzazione della società, dalla diffusione della paura, dall’attacco ai legami di fiducia tra persone, dall’emarginazione che colpisce di più chi non ha sufficiente capitale economico e sociale.

La gravità di questa nuova nuova SARS (definita SARS-2 o Covid-19) è accresciuta da ALTRI fattori sostanziali:
– la situazione ecologica del pianeta
– la circolazione determinata dall’organizzazione capitalista
– la mancanza di “cure ufficiali”
– la mancanza di strutture ospedaliere adeguate, dovuta alle politiche di taglio delle spese sociali
– la mancanza di personale ospedaliero, dovuta ai tagli e che dimostra la dannosità dell’accesso a numero chiuso alle facoltà di medicina e infermieristica.

La nostra decisione si basa anche sulla necessità di tutelare lo spazio, la sua autonomia e la sua fruibilità contro le misure repressive che sono poste in atto o che si potrebbero determinare. Vogliamo evitare che le necessarie precauzioni sanitarie diventino il pretesto per legittimare uno stato di polizia.
Non abbiamo nessuna fiducia nello stato, nelle sue organizzazioni, nei suoi dispositivi e quindi diffidiamo dalle “garanzie” che possono
essere dichiarate. Ben conosciamo la discrezionalità con la quale la “legge” viene applicata.
Elemento paradigmatico della situazione nella quale viviamo ci sembra quello delle carceri. Come “discarica sociale” la realtà carceraria si
è ancora di più – se mai fosse stato possibile – inasprita, dando vita a radicali proteste che, come necessario, rivendicavano misure di indulto e amnistia. Se emergenza sanitaria c’è allora l’unica soluzione logica è sfollare gli stabilimenti penali. Ma evidentemente la questione sanitaria è usata come paravento per inasprire la condizione penitenziaria.

Adesso ci troviamo in una situazione di semi-clandestinità ma non molliamo.
Dobbiamo da un lato mantenere un piano di critica lucida su quanto ci accade, dall’altro immaginare nuove forme per stare assieme che, nel rispetto della salute di ciascuno, ci permettano di coltivare quella rete di relazioni solidali che è il fondamento del nostro agire. Stiamo pensando di organizzare dei gruppi di lavoro per affrontare la situazione: dalla consegna di derrate alimentari a quelli di libri o altra stampa, dalla produzione di contenuti attraverso il sito e altri mezzi telematici alla collaborazione con altre e altri compagni che già stanno mettendo in atto streaming di comunità, riattivazione di ponti radio e produzione di contenuti radiofonici.

Navigheremo a vista e vi faremo sapere cosa stiamo facendo. Voi fateci sapere cosa vorreste fare per contribuire alle attività scrivendo a berneri [at] indivia.net.
Abbiamo una forza: le pratiche autogestite di solidarietà costruite negli anni. Reti di fiducia che hanno prodotto, qui e ora, forme diverse di intendere i rapporti tra persone.
Abbiamo un compito: non lasciare indietro nessuno.
Coma recitava uno striscione che attraversava strade e piazze vent’anni fa:
PADRONI DI NIENTE, SERVI DI NESSUNO, ALL’ARREMBAGGIO DEL FUTURO.

Le compagne e compagni del Circolo anarchico “C. Berneri” di Bologna